STEFANO PEZZOLI: Il governo Draghi, una strana maggioranza

Politica


Governo Conte terzo no, governo Draghi si; la crisi aperta da Italia Viva ha visto uscire vincitore Matteo Renzi che ha avuto la meglio sull’avversario Conte. E’ stata una battaglia che si è giocata sui numeri al Senato laddove il fiorentino contava su un gruppo di 18 senatori che hanno serrato le fila e non si sono scomposti di fronte alle ripetute ondate di pontieri e negoziatori vari. Nel complesso un capolavoro politico se l’obbiettivo era quello di fare spazio a Draghi.

Ad inizio dicembre Italia Viva ritira i suo ministri dal governo Conte ed apre la crisi; al di là delle motivazioni, quelle dichiarate pubblicamente od anche quelle reali e sottostanti, Renzi ha ottenuto almeno quattro obbiettivi: due a sinistra, uno al centro ed uno a destra.
A sinistra si è quasi sbarazzato di Conte, la cui figura politica era diventata ingombrante, l’ex premier aveva infatti sfruttato appieno l’eccezionalità politica del 2020 ed aveva governato a colpi di DPCM, di fatto esautorando il Parlamento della possibilità di svolgere le sue funzioni. Altro obbiettivo a sinistra della manovra renziana era quello di spaccare il M5S, che a dire il vero stava già facendo in proprio, ma l’entrata in scena della figura di Draghi ha dato un ultima pesante sferzata. Basti pensare che negli ultimi 3 anni il M5S ha perso un terzo dei suoi senatori, la metà con il voto di fiducia a Draghi. L’obbiettivo di centro era quello di aprire la strada al governo Draghi, missione riuscita con tanto di riconquista delle centralità del ruolo di governo di Italia Viva che guadagna anche punti nel campionato di europeismo rispetto agli altri partiti di sinistra. Infine l’obbiettivo a destra, quello di spaccare la coalizione avversaria con l’ingresso di Forza Italia a sostituire i fuoriusciti del M5S, l’operazione di convincimento dei governativi Berlusconiani non deve essere stata particolarmente onerosa né tantomeno impreparata.

Fig. 1 Senato Repubblica Italiana (aggiornato al 22 marzo 2021) – gruppo misto scomposto in base a voto fiducia governi Conte e Draghi

Il 17 febbraio 2021 il governo Draghi ottiene la fiducia con una maggioranza bulgara di 262 voti favorevoli e soli 40 voti contrari. Per capire meglio la composizione di questa maggioranza abbiamo scomposto i numeri dei gruppi parlamentari al Senato, il ramo del Parlamento decisivo per gli equilibri; in particolare abbiamo analizzato il gruppo misto che è arrivato a contare 39 senatori, più dello stesso PD (od anche 49 senatori, se non fosse per la nascita del gruppo parlamentare Europeisti a sostegno del governo Conte terzo – mai nato).

Dei 39 senatori del gruppo misto, 12 formavano già, con la colazione di centro sinistra ed il M5S, la maggioranza che aveva sostenuto i governi Conte (6 senatori del Leu, 2 senatori a vita governativi Monti e Segre e 3 ex M5S + 1 ex FI); questa configurazione raccoglieva 176 senatori a fronte di una maggioranza richiesta di 161. Ma la nascita del governo Draghi ha fatto venir meno questa maggioranza con la perdita di 17 senatori fra le fila del M5S il che ha ridotto il loro numero a 161 senatori (grazie all’apporto di senatori da parte di +Europa); una maggioranza troppo risicata per poter fornire un sostegno affidabile per governare il paese fino alle prossime elezioni. A questo punto è quindi diventato decisivo l’apporto di Forza Italia dal centro destra a cui è pero seguita la mossa a sorpresa della Lega. A conti fatti l’opposizione al governo Draghi conta una quarantina di senatori che provengono da Fratelli d’Italia ed dai dissidenti ex M5S¹.

Tab. 1 Senato Repubblica Italiana (aggiornato al 22 marzo 2021) – gruppo misto scomposto in base a voto fiducia governi Conte e Draghi
In alto – ex maggioranza sinistra Conte con ingress + Europa – Azione
Al centro – destra ex opposizione Conte che sostiene governo Draghi
In basso – opposizione governo Draghi

Il governo Draghi è sostenuto da una strana maggioranza trasversale, un 58% di centro sinistra ed un 42% di centro destra decisivo per la tenuta del governo stesso.  Questa conformazione renderà non facile le operazioni di conciliazione da parte dell’ex governatore della BCE che dovrà tenere in considerazione due visioni spesso antitetiche ma con un peso quasi paritario. Con il passare dei mesi, all’avvicinarsi delle prossime elezioni, le prime avranno sempre più peso laddove le sirene del prossimo mandato si faranno rumorose. Ma il percorso con cui si arriverà alle elezioni del 2023 sarà determinante: le elezioni del Presidente della Repubblica del 2022, come il paese uscirà dalla peggiore crisi economica della storia della Repubblica Italiana e l’eventuale riforma elettorale. Nello sviluppare questo percorso sarebbe importante rispondere ad una domanda: l’obbiettivo a destra di Renzi, spaccare il centro destra, è veramente riuscito – l’ingresso della Lega di Salvini , quale prospettiva ha?

¹Fratelli d’Italia (20): senatori FdI + Drago in arrivo dal gruppo misto (marzo 2021).
Misto (17 ex M5S) – si Conte – no Draghi: Abate, Angrisani, Corrado, Curcioli, Dessi, Di Micco, Giannuzzi, Giarruso, Granato, La Mura, Lannutti, Lezzi, Mantero, Mininno, Moronese, Morra, Ortis.
Misto (3 ex M5S) – no Conte – no Draghi: Paragone (ItalExit), Martelli (VoxItalia), Pacifico.
Senatori a vita / no gruppi (2): Piano, Rubbia (in genere non votano).

STEFANO PEZZOLI

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