Insegnante scuola superiore d’arte di Bologna incoraggia i propri studenti a “imbrattare” i muri e i portici

Cultura Sicurezza/Degrado

La settimana scorsa mi sono trovato nello stesso tavolo accanto a una giovane donna , un pò alternativa, con la quale casualmente è uscito il discorso del degrado del centro storico e in particolare degli imbrattamenti dei muri. Lei, insegnante d’ arte in un istituto superiore di Bologna, mi esprime il suo appezzamento verso ogni forma d’espressione sui muri. Per lei ognuno ha il diritto d’espressione di qualsiasi cosa gli passi per la testa e da tali obbrobri, secondo lei, nascerebbero tendenze e forme d’arte in grado di rivoluzionare il mondo, come è avvenuto negli anni ’70 e ’80 nel Bronks, NY. Per lei i muri dei palazzi sono di tutti, a disposizione del primo vomitatore di turno. Anzi,mi dice che lei ha sempre incoraggiato i suoi studenti a lasciarsi andare in quanto dice che Bologna è questa e non cambierà mai fortunatamente, per questo Bologna è grande e se non va bene a qualcuno , può sempre andare via.Attenzione parlava di tag, cioè scarabocchi e non murales… cioè tutto è permesso… bestemmie, scritte post sbronza, geroglifici, etc..La discussione è diventata incandescente, inutili sono stati i discorsi sulla proprietà, sul rispetto degli altri, sull’oggettivamente bello o almeno “passabile”, l’inconsistenza culturale, artistica ed etica, la volgarità dell’elemento confermano il tessuto educativo politicizzato di Bologna. Poi non stupiamoci se Bologna è un gran laboratorio culturale che poi fa fatica a emergere in contesti artistici/musicali professionali internazionali. Non stupiamoci se i nostri adolescenti credono che sia giusto e normale imbrattare i muri. Avete mai sentito un politico che conta bolognese, denunciare apertamente o bollare come sfigati e teppisti coloro che deturpano e imbrattano i muri? io no. Se non lanci questo messaggio, a parte le azione educative e repressive concrete che andrebbero fatte, allora significa che sei complice, che alla fine a te va bene, che in qualche modo per te hanno diritto a ” esprimersi”. Questa è la cultura di un certo partito a Bologna. Ho chiesto alla signora Giulia, se fosse disposta a dire le sue idee a un giornalista oppure al suo Preside. Questa giovane signora un pò hippie, anche nei “costumi”, ha la responsabilità di educare i nostri adolescenti. Non stupiamoci se Bologna è quel che è. Non ci resta che tenere alta la barra dell’attenzione e stare attenti agli insegnanti dei nostri figli.

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