Aprile 1876, Antonio Zannoni, nel corso degli scavi dell’importantissima necropoli etrusca dei Giardini Margherita (quasi 400 tombe), i cui oggetti sono stati poi trasferiti al Museo Civico Archeologico, scopre una tomba importantissima: la così detta Tomba Grande.Attratto dall’incredibile arredo custodito (crateri attici, un grande candelabro in bronzo, monili e vari utensili) approfondisce le ricerche e scopre che era la sepoltura di una donna bassa di statura (circa 1,50 m) ma di alto rango vissuta nel V secolo a.C.Si decide di spogliarla dei materiali e ricostruire la tomba nel punto in cui è stata trovata vista anche l’originalità del materiale tufaceo usato per la costruzione.

La tomba, da allora, è sempre rimasta lì, senza un cartello, senza una menzione. Molti pensavano fosse finta o che non fosse neanche un reperto archeologico, tanti, da piccoli, l’hanno usata come porta da calcetto.Un paio di anni fa è stata presa di mira come improbabile area giochi e a forza di darci è stata danneggiata. I bambini non c’entrano, non possono conoscere la storia del V secolo a.C ma i genitori dovrebbero impedire di usare queste zone come aree giochi.Il Comune si è limitato a transennarla, da mesi nessuno se ne cura, vogliamo davvero dimenticarci della tomba grande?

Non sarebbe meglio restaurarla e mettere un cartello restituendole la dignità che merita? Non può esistere il futuro se ci si scorda del proprio passato”
Baldassarre Giardina