
Progetto Rossetto Rosso
Nasce il progetto Rossetto Rosso contro la Violenza sulle donne. Il rossetto è uno dei simboli di femminilità che mai può essere negata per paura di subire violenze.
La legge 19 luglio 2019 n.69 (nota come codice rosso) è una legge dello Stato a tutela delle donne e dei soggetti deboli che subiscono violenza per atti persecutori e maltrattamenti.L’obbiettivo della legge è la protezione immediata delle vittime, per stroncare sul nascere l’azione criminosa evitando che la stessa se non interrotta produca conseguenze drammatiche.
Molte violenze nascono in ambito familiare e spesso per vergogna o paura non vengono denunciate e una donna, moglie, mamma maschera la propria sofferenza con un bel rossetto rosso….quanti trucchi per mascherare quella grande angoscia che non si vuole condividere con nessuno. Quante le paure che una donna vittima di violenza sente e deve riuscire a nascondere…la paura della vendetta, la paura del cambiamento, la paura del giudizio degli altri, la paura economica, la paura di perdere tutto!
NOI CI SIAMO ad accogliere per ASCOLTARE e dare consigli adeguati con competenza e professionalità, grazie alle figure professionali e specializzate che collaborano con l’associazione.
Obbiettivo dell’associazione è entrare in contatto anche con le scuole, con tutti i mezzi di comunicazione e i centri che si occupano di violenza a più livelli (assistenti sociali, educatori, psicologici) per contribuire ad una sensibilizzazione effettiva ed alla risoluzione concreta delle problematiche connesse ad ogni forma di violenza, sviluppando riflessioni costruttive che partono dall’essere donna.
Il rossetto rosso nasce è un simbolo di libertà ed emancipazione della donna il cui valore non può essere messo in discussione madeve essere di stimolo nell’unire tutte le donne solidalmente tra di loro.L’associazione mette a disposizione una rete di legali e psicologi che daranno consulenze gratuite per aiutare tutte le donne che riusciranno a chiedere AIUTO.
Tempistiche: Luglio 2023
Ente promotore: dipartimento politiche sociali e disabilità Conversum
Progetto Nonni (soli) in prestito per i nipoti degli altri.
«Nonni in prestito» mira a far incontrare due esigenze diverse: il bisogno di restare attivi degli anziani e il bisogno di aiuto pratico delle giovani coppie con figli
Da una parte i tanti anziani che vivono soli e in molti casi soffrono la lontananza dei nipoti. Dall’altra giovani coppie che necessitano di un aiuto per trovare qualcuno ai quali affidare i figli piccoli durante le ore lavorative, tentando di limitare i costi. Dalla volontà di fare incontrare queste due esigenze è nato «Nonni in prestito», un progetto in fase di lancio da parte di Conversum.
La filosofia
«Siamo partiti da una constatazione chiara e abbastanza evidente a tutti — spiega Dario Nobile di «Conversus —. Conosciamo tante persone anziane nel nostro quartiere che vivono la solitudine e allo stesso tempo sappiamo quali salti mortali siano costrette a fare le giovani coppie per fare quadrare i conti a fine mese. Una voce di spesa consistente a volte è proprio quella legata a baby sitter o asili privati. Da qui l’idea di provare a creare un percorso che possa fare incontrare le esigenze di questi due mondi».
Le associazioni coinvolte
Per farlo le due associazioni hanno pensato di coinvolgere educatrici regolarmente iscritte negli albi comunali per fare da tutor ai gruppi di bambini e agli anziani. «Ci rivolgiamo chiaramente a persone anziane autosufficienti che abbiano la volontà di mettersi in gioco e secondo noi, proprio per abbattere le spese dell’educatrice, l’ideale sarebbe coinvolgere un gruppo dai 7 ai 10 bambini — commenta Nobile —. In questo modo si potrebbe creare una piccola comunità. Il nostro ruolo è quindi quello di fare da input, saremmo come una sorta di bacheca dove raccogliere la domanda e l’offerta. Gli accordi privati tra le parti non ci vedrebbero coinvolti. Nonostante le nostre siano associazioni di zona, il progetto è comunque aperto a tutta la città».
Il ruolo dei professionisti
Il ruolo delle educatrici e delle pedagogiste sarebbe ovviamente fondamentale anche per salvaguardare l’intera situazione e ideare percorsi mirati per i bambini. «Il primo invito è quello a educatrici, genitori e anziani per farsi avanti — aggiunge Nobile —. Saranno le coppie, dopo un primo incontro a decidere se e come affidare il proprio bimbo. La location potrà essere un’abitazione privata o qualsiasi altro spazio deciso dai genitori. Gli anziani sono volontari e scelti dalle coppie e dalla educatrice che sarà responsabile dei bambini e dell’andamento del percorso. Una educatrice o pedagogista insieme agli anziani di fiducia può gestire anche dieci bambini».
link all’articolo originale: https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/cronaca/19_marzo_03/nonni-soli-prestito-nipoti-altriil-nuovo-welfare-basso-48a9c7fe-3e64-11e9-a7ac-ae2bb7bee5dc.shtml
Progetto “Benvenuti bimbi”

La natalità nel nostro paese è sempre più bassa. La media di bambini per ogni coppia è di 1.2 bambini. Ogni anno le persone defunte superano i bambini nati. La Nazione non può sostenersi se non con nuovi cittadini, la nostra civiltà è destinata a sfaldarsi , la nostra popolazione è sempre più longeva e anziana. Il sistema economico e sociale regge se i bambini di oggi, che saranno gli adulti del domani, la fascia di popolazione attiva, potranno sostenere gli anziani e i bambini bisognosi di attenzioni e cure. I bambini sono il futuro di una Nazione. Senza bambini, una nazione è destinata a fallire. I giovani sono la linfa vitale, la fonte di speranza, entusiasmo, energia, progresso,creatività, iniziativa, sacrificio, prosperità di una Nazione.
Crediamo che in Italia, alla base del fenomeno di bassa natalità, ci siano due motivi principali, un fattore economico e un fattore culturale.
Il progetto è finalizzato a sensibilizzare le giovani coppie e i giovanissimi alla importanza di procreare, e alla bellezza della maternità e della paternità come possibilità anche di realizzarsi come persone e come lavoratori, di avere maggiori risorse per condurre una vita “piena” senza grandi limitazioni.
Il progetto ha anche lo scopo di fornire tutti quelle informazioni che possano interessare alle giovani coppie per quanto riguarda le agevolazioni e le convenzioni economiche pubbliche, le pratiche utilizzate da famiglie numerose per affrontare meglio gli aspetti organizzativi ed economici.
Il progetto si sviluppa lungo una serie di iniziative, sia attraverso giornate di incontri presso le scuole e l’università, sia attraverso articoli e video, grazie al coinvolgimento di testimonial e influencer ma anche a sindacalisti e fiscalisti esperti in materia.
Progetto: “Stop Gratta e Vinci”

La dipendenza da gioco d’azzardo ha le radici nella sfera psicologica. Affrontare il problema, iniziare una cura e smettere di giocare compulsivamente si può.
Il gioco d’azzardo patologico (GAP) rientra nelle sindromi patologiche afferenti alla ludopatia.
È un disturbo psicologico che si manifesta con un persistente e incontrollabile bisogno di giocare. I giocatori compulsivi, generalmente sentono di non poter esercitare nessun controllo sulle loro azioni, si sentono costretti a giocare e anche se coscienti che il gioco è dannoso, non hanno il potere di fermarsi.
La vita per il giocatore compulsivo diventa impossibile e compromette in modo spesso irrimediabile molti livelli della sua esistenza: famiglia, lavoro, amicizie, ecc.
Il gioco d’azzardo compulsivo è a tutti gli effetti classificabile come una dipendenza da sostanze, sebbene non implichi l’assunzione di sostanze psicoattive.
Quali sono le caratteristiche della dipendenza da gioco
Il GAP ha una lenta e graduale evoluzione caratterizzata da diverse fasi:
♠ fase vincente
In questa prima fase, il gioco è occasionale, spesso e volentieri associato a vincite e viene utilizzato come strumento di sfogo e distrazione;
♣ fase perdente
è caratterizzata da spese continue ed ingenti, perdite frequenti, gioco ossessivo, menzogne, manifestazione dei primi segni di dipendenza, indebitamento;
♥ fase della disperazione
Il giocatore perde il controllo e su di lui prevalgono il panico, le azioni illegali, l’isolamento sociale e affettivo;
♦ fase critica
La consapevolezza di avere un problema si traduce in azioni di ricostruzione e di crescita, caratterizzate da tentativi realistici di smettere, dalla ricostruzione dei legami familiari e dal tentativo di porre rimedio agli errori commessi.
Il giocatore patologico mostra un coinvolgimento totalizzante nella pratica del gioco, tralasciando in maniera sempre più evidente gli altri aspetti della vita quotidiana e mettendo a repentaglio relazioni significative sul piano personale e professionale.
Tuttavia, il soggetto dipendente non si sente in grado di porre un freno all’impulso di giocare e necessita di somme di denaro sempre maggiori da investire; spende gran parte del proprio tempo ad escogitare e a pianificare nuovi metodi da utilizzare nelle giocate; è irritabile e aggressivo quando tenta di ridurre il tempo passato a giocare, sperimentando una vera e propria crisi di astinenza dal gioco; mente a familiari e alle persone care riguardo la sua attività e spesso, per procurarsi il denaro, commette azioni illegali come frode e furti o chiedendo prestiti ingenti per far fronte ai debiti di gioco.
Quali sono i sintomi e i segnali per riconoscere una dipendenza da gioco
Accorgersi di un problema di questo tipo, quando riguarda un familiare o una persona cara, non è semplice. Questo perché il giocatore può giocare ovunque, non è necessario che si rechi nei luoghi deputati al gioco.
Bisogna prestare attenzione agli atteggiamenti che si verificano contestualmente a quello che sembra essere diventato un vizio del gioco. L’individuo dipendente dal gioco sviluppa, infatti, insofferenza e irritabilità quando tenta di ridurre il tempo dedicato al gioco d’azzardo. Uno dei campanelli d’allarme può essere evidenziato dallo stato delle sue finanze: se tende a spendere grandi somme di denaro, ben superiori a quelle che abitualmente spende nella vita quotidiana e inizia a richiedere soldi in prestito.
I giochi gestiti dal monopolio dello stato, di cui è possibile usufruire normalmente presso “LE TABACCHERIE”, sono molteplici, giochi elettronici del tipo “slot machines”; “SuperEnalotto”, “Superstar”, “Sivincetutto SuperEnalotto“, “Lotto tradizionale”, GRATTA E VINCI DI tutti i tipi, con colori fantasiosi e premi davvero da sogno, che propongono una rendita importante a vita, la casa dei propri sogni etc.
Certo, di questi tempi, i premi proposti sono davvero allettanti.
Purtroppo però, vincono gli importanti premi, solo una percentuale davvero bassa, cioè 1 su milioni.
Purtroppo il giocatore, anche se razionalmente può comprendere che il banco vince sempre, spera e crede, di essere lui, quello fortunato.
Questa speranza, genera endorfine e dopamina, e benessere psicofisico.
una momentanea scarica ormonale che ci fa sentire, ottimisti, vincenti ed energici. Sopratutto ci fanno dimenticare del nostro mondo fatto di pensieri , angosce, preoccupazioni. Il seguito della storia lo si conosce. Nelle TABACCHERIE, spesso si vedono sempre quella stessa decina di persone. Hanno orari fissi, sono frequentatori costanti. Di solito staccano quando finiscono i soldi. Il problema è sottovalutato sia da loro, ma sopratutto dai familiari.
La facilità con cui si può accedere a questi apparentemente innocui giochini, anche divertenti, che con uno o due euro possono darti la possibilità di porre fine a tutte le preoccupazioni della tua vita , e la garanzia che offre lo Stato rendendoli legali e legittimi governandoli attraverso il Monopolio dello Stato, fa sì che ci sia una facilità di accesso verso il mondo del gioco d’azzardo, che può condurti a vere e proprie patologie, come la ludopatia.
CONVERSUM, vuole impegnarsi in una campagna di sensibilizzazione verso i frequentatori costanti delle TABACCHERIE, creando attraverso dei psicoterapeuti, un questionario, anonimo, da sottoporre ai diretti interessati, con un punteggio e un riscontro sul grado di dipendenza dal gioco.
L’obiettivo e affrontare il problema, se c’è il problema, con un documento condiviso che verrà lasciato nelle mani del giocatore, facendo seguire una serie di consigli pratici su eventuali provvedimenti comportamentali che il giocatore dovrà assumere.
L’obiettivo è intercettare un numero massimo di giocatori complulsivi, coinvolgerli nel test, e fargli capire il livello di gravità della loro dipendenza, offrendo un test psicologico gratuito ed anonimo, come se il giocatore si fosse presentato spontaneamente dinanzi a uno spicologo.
Ovviamente, il test sarà solo indicativo e fornirà non un responso psicologico, essendo il personale proponente non personale professionale nell’ambito specifico, e non si adopererà nessun tipo di scambio o orientamento psicologico, o prescrizione o domanda che possa in qualche modo rientrare nel rapporto paziente / professionista.
Il progetto si svolgerà previo finanziamento pubblico nel 2023, verrà presentato apposito bando per il finanziamento.
Soggetto organizzatore ed esecutore: Dipartimento disabilità e solidarietà di CONVERSUM, volontari e possibili altre associazioni di settore no profit.